4 dicembre 2013

SOCIALISTI DEMOCRATICI OGGI

Mi definisco un socialista democratico.
Essere socialista per me non significa appartenere a una particolare "setta" politica.
Non significa nemmeno far parte di un’élite legata a chissà quale lobby.
Significa innanzitutto credere nella libertà. Significa credere nella giustizia.
Se la giustizia è sana la libertà sarà piena, se la giustizia è compromessa la libertà non sarà declinata in ogni sua forma.
Un socialista mira a essere un uomo libero.
Deve pertanto concorrere, nel suo piccolo, a realizzare tale condizione.
In molti paesi del mondo è un'impresa ardua, occorrono coraggio e sacrificio.
In Italia occorrono volontà e dedizione.
I principi guida sanciti dalla nostra Costituzione sono condivisi da chi si definisce socialista democratico.
Ed è proprio la Socialdemocrazia l'attuazione pratica dei valori di uguaglianza, solidarietà, laicità, giustizia sociale, unità dello Stato che la stessa carta costituzionale ci ha lasciato in eredità da custodire, difendere ed elogiare.
Ovviamente c'è qualcosa in più che differenzia la nostra Repubblica Democratica da una Socialdemocrazia, quest'ultima si propone di definire le regole di gestione dei mercati.
Regole pubbliche per un mercato libero.
Un socialista democratico non vive nella speranza di una futura liberazione ma concorre nel presente alla costruzione del Socialismo.
Attraverso il cosiddetto Riformismo si gettano le basi per migliorare di volta in volta, in un contesto democratico, l'aspetto del mondo in cui viviamo, quale somma di società e ambiente.
L'impiego dei fattori produttivi se non è garantito dai soggetti economici privati deve essere assicurato dallo Stato attraverso nuova e ponderata spesa pubblica.
Promuovere il benessere attraverso il welfare è sicuramente un'altra sfida.
In Italia c'è molto da fare.
Offrire servizi moderni, snellire la pressante macchina burocratica, ispirarsi al merito e alle pari opportunità tra generi, investire in cultura, prevenire rischi idrogeologici sono tutti metodi che devono innescare crescita e sviluppo.
Purtroppo siamo distanti anni luce da un progresso di tipo socialista democratico.
La redistribuzione del reddito è un altro obiettivo fondamentale per un socialista.
Qui torna in auge un vecchio termine, peculiare dell'analisi marxista, quello della "lotta di classe".
Un termine utile a noi tutti e da impiegare senza dogmatismi per considerare di distribuire al meglio, con principi di uguaglianza, i redditi, riaccendendo la speranza di molte donne e molti uomini che questo Paese ha privato di dignità.
Certamente oggi non parliamo più di classi ma di categorie, il concetto non cambia: in questo terzo millennio permangono condizioni di oppressione e miseria ancora da debellare.
Prendendo in prestito e parafrasando la formula mazziniana "pensiero e azione" oggi noi socialisti abbiamo il compito di sensibilizzare l'opinione pubblica e agire, per quanto ci è possibile, nei campi in cui ci è permesso, al fine di rianimare quel movimento che da sempre si è battuto per i lavoratori tutti e che in Italia ha avuto un ruolo principe per serie politiche riformiste ma è stato sepolto dagli scandali del 1992.
I padri nobili del Socialismo ci hanno consegnato una storia fatta di successi e insuccessi, ma questa è la storia dell'Uomo.
Riprendiamo a studiarli e di fronte a noi si aprirà un mondo fatto di appassionate lotte per le libertà.
Ecco pertanto che la nostra azione si fonda sul pensiero di Andrea Costa, Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Carlo Rosselli, Rodolfo Morandi, Gaetano Salvemini, Camillo Prampolini, Pietro Nenni, Sandro Pertini e il padre del socialismo democratico Giuseppe Saragat.
Il mio articolo vuole risvegliare quelle anime che, durante la diaspora socialista, si sono allontanate dalla politica.
Il presente è adesso! E adesso dobbiamo riprendere quel percorso riformista che può permettere all'Italia di allinearsi con gli stati moderni per il miglioramento della qualità della vita, per la piena occupazione, per l'utilità di servizi, per una seria lotta alla povertà.
Siate voi socialisti senza partito, o nel PSI, o in SEL, o nel PD non dimenticatevi il fine ultimo, Carlo Rosselli ce lo ricorda in una sua nota frase: "Il Socialismo non è né la socializzazione, né il proletariato al potere e neppure la materiale uguaglianza. Il Socialismo, colto nel suo aspetto essenziale, è l’attuazione progressiva della idea di libertà e di giustizia tra gli uomini”. 


Dedico questo articolo ad alcuni amici e compagni che da sempre promuovono valori socialisti e democratici:
Giocondo Berti (PD), Lorenzo Borla (PD) e Giacomo Forcella (PSI). 

                                                                                                   Davide Tosello

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